Curriculum

Curriculum Vitae  di Adriano Marchetti

 

 

Ai ripari della Letteratura e delle Arti

L’insegnamento della Lingua e della Letteratura francese è stata forse l’unica costante della mia vita: la docenza nell’Ateneo di Bologna, in successione continua nelle Facoltà di Economia e Commercio, Lettere e Filosofia, Lingue e Letterature Straniere Moderne, esordiva nel lontano 1971 ed è pressoché  terminata nel 2009. È proseguita allo IULM, sede di Bologna, fino al 2017.

Il 12 febbraio 2004, in occasione della nomina, da parte del Ministère de l’Éducation Nationale et de la Recherche della République Française, a Chevalier dans l’Ordre des Palmes Académiques, rammemoravo così la lunga didassi :

“Nella circostanza, mi è gradito esprimere la mia doppia gratitudine. Una prima, per questo insigne riconoscimento – le Palmes Académiques sono la più antica decorazione francese dopo la Légion d’honneur. La Francia conferma la sua nobile consuetudine di rendersi sensibile a quanti hanno profuso energia e dedizione nella ricerca e nell’insegnamento della sua cultura. Questa particolare attenzione d’oltralpe offre un esempio di equità tanto più importante per me consapevole delle condizioni privilegiate in cui opero e insieme nella tristezza civile di questi anni, nella presente sofferenza dell’Istruzione e della Ricerca: l’Università italiana, è risaputo, resta ancora troppo soffocata da schemi corporativi dove sovente personalismi e nepotismi prevalgono sui criteri meritocratici del rigore e della giustizia. È pur vero che gli studenti, fruitori e interlocutori sovrani, fin dagli albori dell’Alma Mater Studiorum, sono i giudici naturali dei loro maestri.
Tuttavia, in questo lieto evento, non desidero considerare tale gesto nell’ordine di un contrappeso e di una compensazione, né dilungarmi oltre su questa investitura cavalleresca, su questa mia riconoscenza la quale, in virtù del suo etimo in comune con riconoscimento, resterebbe su un piano, per così dire, della reciprocità. Mi preme piuttosto insistere sulla seconda mia riconoscenza che non può che essere sul piano della gratuità e che, per quanto profonda, resterebbe sempre e comunque inadeguata rispetto al dono immenso che ho ricevuto dalla Francia. Esso ha fin qui ritmato i momenti più decisivi e responsabili della mia esistenza. Non mi resta che evocare, sommariamente, i fili, giunti ormai prossimi al nodo, di questa peripezia.
Alle Superiori ebbi il privilegio d’incontrare un insegnante (Mario Rocco) che m’iniziò con severità e voluttà alla cultura francese; in quel terreno germogliò la mia attenzione per la poesia. A 17 anni, ottenuta la maturità, venni assunto, con comprensibile giubilo della mia famiglia – poveri braccianti della bassa modenese – come impiegato, addetto ai libretti di risparmio, nella banca popolare di un piccolo paese. Io non ero altrettanto deliziato di quella destinazione: attraversavo in quel soggiorno protratto per alcuni mesi la mia saison en enfer e trovavo rifugio e conforto solo nelle letture. Le lunghe e indimenticabili letture che, oggi, la premura dei nostri tempi difficilmente concede.
Arthur Rimbaud, primo incontro decisivo, non si limitò a suggerirmi il nome a quel lungo e breve e periodo, m’infuse anche il coraggio insperato della decisione ad evadere. Affrontai, ancora minorenne, la tragedia in famiglia, provocata dall’abbandono volontario del mio primo impiego considerevole (già a partire dagli undici anni avevo prestato servizio nei campi e altrove come garzone) e mi ritrovai, per scelta alternativa, non preventivamente immaginata, all’Università degli Studi di Bologna. Erano tempi di miseria e di speranza, ma – incredibile!– si offrivano a giovani avventurati e volitivi più opportunità lavorative di oggi. Per mantenermi insegnavo, paradossalmente, matematica in una scuola serale per giovani apprendisti-operai più adulti di me. In anni successivi, Valéry e Roubaud mi fecero scoprire e apprezzare i sapienti rapporti che esistono tra la poesia e la matematica.
Secondo incontro rimarchevole è stata la lettura degli scritti di Simone Weil e del suo maestro Alain. Durante la primavera del ‘68 mi trovavo a Parigi per compilare la mia prima tesi sulla pensatrice. A quell’impresa mi aveva sollecitato la docente di Lingua e Letteratura francese ( Amelia Bruzzi), della quale conservo, per ammaestramento, intatta memoria, giacché scomparve prematuramente dopo pochi mesi dalla mia prima laurea. Quella perdita fu per me una seconda orfanità.
Tuttavia erano già fissati i due poli, i due estremi entro i quali si muoverà rapsodicamente il mio lavoro: l’urgenza di libertà e il rigore della lucidità; la poesia e il pensiero, nella convinzione che entrambi, benché distinti, hanno la loro comune origine nel linguaggio.
Così la cultura francese non solo mi ha educato al gusto di un certo esprit de finesse et de géométrie, di pascaliana memoria, favorendo la meditazione e lo spirito critico, l’elaborazione di una visione personale, e la resistenza contro il pensiero unico, il conformismo e tutte le forme di terrorismo intellettuale (di lì a poco sarebbero giunti gli “anni di piombo”), ma ha altresì incalzato le mie ricerche a superare gli steccati della pura letteratura, attraverso l’apprendimento pratico e lo studio teorico delle Belle Arti e della Musica. Ho vissuto l’esultanza dell’ascolto delle varie voci e l’esaltazione delle scoperte e delle visioni, sottese nei testi letterari e custodite nelle parole, o nei segni delle opere visive e musicali. Persuaso com’ero , e come sono tutt’ora, che le arti, ciascuna indipendente nel suo proprio, si amano e conversano, fui facilmente sedotto dall’universo baudelairiano delle correspondances.
L’amore per la letteratura e la filosofia, l’aspirazione all’arte, non li ho coltivati nell’attesa di un prestigio o in vista di una qualche ammissione o promozione sociale, perseguibili nella rivalità della competizione. A tale passione intima, quasi una vocazione, ho attinto indicazioni, interrogazioni, suggerimenti, dubbi che nel corso di un quarantennio d’insegnamento ho cercato di condividere con gli studenti e gli amici  con i quali ho trascorso la parte più libera e bella della mia vita. Entusiasmi e scoramenti, soddisfazioni e fallimenti, tutto, più che al riconoscimento pubblico, era ed è tutt’ora legato anzitutto alla pratica perlopiù di un traduttore (convinto che la traduzione sia la via sovrana della comprensione di un testo) e, in corrispondenza, all’esercizio di una saggistica che definirei erratica: un vagabondaggio che, a scapito dell’abnegazione dell’analisi metodologica e a vantaggio del capriccio per variegate e rapide incursioni, favorisce certamente una probabile dispersione, ma anche l’ampiezza di vedute. Attratto dai cosiddetti minori o poco conosciuti oppure obliati, ero incline a una sorta di spigolatura che ha comportato i rischi della di una disseminazione, compensata però dall’ebbrezza dell’ignoto e illuminata dai lampi delle scoperte, nell’attraversamento dei diversi campi del sapere. Alla fisionomia di un attrezzato professionista, ho preferito incarnare quella del dilettante, sedotto più dalla varietà e dal nomadismo che dalle rassicuranti promesse vagheggiate dall’insediamento in uno dei domini del cosiddetto specialismo”.

 

 

I miei avi contadini della ‘Bassa’ meno remoti, in posa davanti alla casa detta ” delle cento finestre”. (A sinistra, mia madre Maria sulle ginocchia di sua madre Fortuna).

 

Lo zio Teobaldo Ferruccio
(Ultima fila, III a sinistra).

 

 

 

 

Il nonno Emidio.

 

 

 

 

 

«…………………………………
Nous regagnerons le village
Au ciel mi-noir;
Et ça sentira le laitage
Dans l’air du soir ;

Ça sentira l’étable, pleine
De fumiers chauds,
Pleine d’un lent rythme d’haleine,
Et de grands dos

Blanchissant sous quelque lumière !
…………………………………………….»
                                                      (Arthur Rimbaud)

«………………………………………
Al villaggio torneremo
sotto la volta ormai nera;
odore di latte munto sentiremo
nell’aria della sera;

sentiremo, dal caldo letame esalati,
gli odori delle stalle
piene d’un  ritmo lento di fiati,
e di possenti spalle

biancheggianti sotto un riflesso;
……………………………»

 

Un 29 febbraio nacqui tra le nebbie della campagna modenese, non lontano dal paese natio di Giovanni Pico .

 

 

 

 

 

 

Il tempo della scuola materna e delle elementari ritmato dalla dottrina cattolica con i suoi precetti,  riti

 

 

 

 

 

e  sacramenti.

 

 

 

 


A  otto anni vidi per la prima volta il mare: emozione cosmica e desiderio di libertà.

 

 

 


Alla Scuola Media “Pico della Mirandola”

 

 

 

Nell’ora di Educazione artistica m’incantavano i piccoli nudi femminili che  Magelli, il professore di disegno, perlopiù incurante della classe, modellava con la creta.


La scultura fu un amore a prima vista.
Alcuni  anni dopo riconobbi, esposti  in una galleria  d’arte, i  suoi meravigliosi bronzetti.             

 

Classe di Francese alle Superiori

 

 

 

 

“6= Se sono rose fioriranno” , tale fu il giudizio  del primo compito in classe di Francese.

 

Quand je suis né
Il y avait la neige et du brouillard.
C’était la guerre, un vingt neuf février
 Cinq heures de soir.

 Ma mère avait la fièvre.
On vivait dans un taudis noir.
J’ai bu le bon  lait d’une chèvre
Que j’aimerais revoir.

                                                                                                (A.M. 1960)

 

 

Le prime fumate di pipa.

 

 

 

 


Marzo 1961 – Il primo lungo viaggio: Firenze-Roma-Napoli. Premio scolastico del Ministro della Pubblica Istruzione Guy.
-In barca per Capri.

 

– 1962-1963  Diploma Società “Dante Alighieri” per la «particolare distinzione negli anni di studi»

 

 

-Luglio 1963 – Maturità.

 

 

 


Incontro con Saverio Aquilano.

1964 -1969  – Bologna. La casa del giovane “A. Penna”: l’ampia terrazza.

 

Gli anni dell’impegno sociale.

 

 

 

 

 

1967 Un po’ di cabaret.

 

 

 

1968.06.25 -Prima Laurea
in Economia e Commercio, Università degli Studi di Bologna, con tesi in Lingua Francese.

 

 

 

Sogni e utopie.

 

 

 

 

1969 -Matrimonio da cui sono nati Isacco e Prometeo.

 

1970
1972

 

 

 

 

 

1971.01.11-1973.05.15 – Assistente Incaricato di Lingua Francese presso la Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Bologna.

1972.12.19 – Diploma – Corso provinciale di aggiornamento sulla didattica e sulla metodologia della lingua francese – Ministero della pubblica istruzione.

1973.05.16-1984.1.20 – Assistente Ordinario di Lingua Francese presso la Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Bologna.

1974.08.30 – Diplôme – Cours intensif de Littérature française , U.E.R. Université de Montpellier

 

La svolta.

 

 

1975.11.18 – Seconda Laurea
in Lettere e Filosofia – Università degli Studi di Bologna, con una laurea interdisciplinare di Filosofia Morale e Lingua e Letteratura Francese.

1977.11.01-1985.07.10 – Professore incaricato dell’insegnamento di Lingua francese alla Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Bologna.

1978.07.25 – Diplôme de perfectionnement pour professeurs étrangers de Littérature française , Université des langues et lettres de Grenoble.

1978-1988 – Professore incaricato d’insegnamento di Lingua Francese presso l’Accademia Militare di Modena.

1981.08.28 – Diplôme d’études de Lettres Françaises,  Faculté des lettres et sciences humaines de l’Université de Nice.

1983.08.28 -Diplôme d’études de Lettres Françaises, Centre de Royan pour l’Étude des Langues et Littératures et de l’Informatique.

1984.11.21-1985.07.11 – Assistente ordinario di Lingua e Letteratura Francese della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna.

1985.05.7-1995 – Professore Associato Confermato di Lingua e Letteratura Francese alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna.

 

Primavera 1986 -Alle foci del Po’.

«L’âge de quarante ans est un âge impitoyable».

 

 

 

 

1988- Coordinatore del gemellaggio fra le Università di Strasburgo e di Bologna.

1989- Cofondatore della Scuola superiore per interpreti e traduttori – Istituto San Pellegrino – Misano Adriatico.

1992-1995 – Affidamento insegnamento di Letteratura francese- corso di laurea DAMS alla Facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Bologna.

1992-1998 – Professore  di Lingua francese – Corso di laurea in Economia del turismo Dell’Università di Bologna (sede Rimini).

1996-2000 – Professore associato confermato di Lingua e Letteratura francese alla Facoltà di Lingue e Letterature straniere moderne dell’Università degli Studi di Bologna.

2001-2010  Professore  di Letteratura Francese alla Facoltà di Lingue e Letterature straniere  moderne dell’Università degli Studi di Bologna.

2004:  febbraio  marzo  – Professor visitor all’Université de la Polynésie Française in Tahiti. Titolo del Master: “Les formes brèves et discontinues dans la littérature française”

1991-2017  -Incaricato d’insegnamento di Letteratura e Storia della Lingua francese alla Scuola superiore di lingue Moderne per Interpreti e Traduttori -IULM sede di Bologna.

 

In quiescenza.

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2004: 25 febbraio- dal 25 febbraio al 13 marzo 13 marzo – Professor visitor all’Université de la Polynésie Française in Tahiti. Titolo del Muster: “Les formes brèves et discontinues dans la littérature française”

 

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